01 Feb 2018
  • Data: il giorno 1 febbraio
  • Orario: dalle 15.00
  • Location: al Centro Lupt

Cybersecurity as Innovation: Israel’s Experience

Cybersecurity as Innovation Cybersecurity as Innovation

Il giorno 1 febbraio 2018, a partire dalle ore 15.00, si terrà, presso il Centro “Raffaele d’Ambrosio” (L.U.P.T.) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II un incontro dal titolo “Cybersecurity as Innovation: Israel’s Experience” organizzato dal Centro di ricerca “Raffaele d’Ambrosio” (L.U.P.T.) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’IRGIT (Istituto di Ricerca sulla Geografia della Innovazione Territoriale).

L’evento, parte del ciclo di incontri sulla geografia della innovazione, sarà aperto da Guglielmo Trupiano, Direttore del Centro “Raffaele d’Ambrosio” (L.U.P.T.) e da Vittorio Amato, Presidente dell’IRGIT. Stefano de Falco, Direttore dell’IRGIT, introdurrà i lavori che proseguiranno con una lectio di Lior Tabansky, Head of research development Tel Aviv University’s Blavatnik Interdisciplinary Cyber Research Center (TAU ICRC), autore, tra l’altro, del libro edito Springer dal titolo “Cybersecurity in Israel”.

Le conclusioni saranno a cura della giornalista RAI Barbara Carfagna, autrice di numerosi format e programmi RAI sul tema.

 

Concept Note

Le conclusioni saranno a cura della giornalista della RAI Barbara Carfagna, autrice di numerosi format e programmi RAI sul tema.

Nello scenario attuale caratterizzato da una palingenesi tecnologica senza precedenti la geografia economica risulta strettamente connessa alla geografia della innovazione, sia in termini positivi di opportunità e sia in termini di esternalità negative, indotte da un uso criminoso della tecnologia con offensive cyber, cui fare fronte.

Le stime di mercato valutano che l’80 per cento delle imprese europee sono state colpite almeno una volta da attacchi cyber e stimano in 8mila miliardi di dollari l’impatto su scala mondiale del pericolo cibernetico nei prossimi 5 anni.

Gli eventi registrati rappresentano però solo una parte del problema. Da un lato sono in costante aumento i tentativi, anche da parte di Stati sovrani, di interferire nei processi decisionali di altre nazioni attraverso campagne di disinformazione e disseminazione di fake news attraverso la Rete. Dall’altro lato il Web rappresenta ormai lo strumento privilegiato dai jihadisti per comunicare, fare propaganda e proselitismo, “formarsi”. Che soluzioni possono esistere per affrontare queste sfide?

Sicuramente il “modello Israele” negli ultimi anni si è affermato come riferimento mondiale.

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