Contaminanti ambientali e rischio tossicologico per animali e uomo

 

AR26 Contaminanti ambientali e rischio tossicologico per animali e uomo - Responsabile dell'Area: prof.ssa Lorella Severino

  • Personale afferente: Cirillo Teresa (PA, SSD MED 42), Bovera Fulvia (PA, SSD AGR20), Restucci Brunella (PA del SSD Vet 03), Lamagna Barbara (RC VET 09), Esposito Francesco (RTDA MED 42), Pero Maria Elena (RC VET 02), Ariano Andrea (Borsista post-dottorato VET07),
    Scivicco Marcello (dottorando VET07)
 

Descrizione

L’inquinamento ambientale da sostanze chimiche è una delle tematiche su cui la collaborazione interdisciplinare risulta strategica ai fini della prevenzione.
La pratica del biomonitoraggio animale si è diffusa negli ultimi decenni, parallelamente alla progressiva consapevolezza dell’inquinamento come problema di salute pubblica. Tra le motivazioni che spingono verso questa scelta c’è sicuramente la necessità di rilevare sempre più precocemente numerosi microinquinanti, che possono manifestare i loro effetti deleteri già a concentrazioni molto basse. Pertanto, lo studio di tali sostanze e dei loro effetti negli organismi viventi piuttosto che nelle matrici ambientali, in cui sono spesso presenti al di sotto della soglia di rilevabilità, appare di grande utilità.
Il biomonitoraggio nelle specie animali selvatiche e negli animali da compagnia permette di ottenere informazioni accurate sulla qualità dell’ambiente, ma è soprattutto mediante le specie di interesse zootecnico, che è possibile effettuare una valutazione del rischio tossicologico per l’uomo consumatore di alimenti di origine animale. In tali specie è possibile valutare l’esposizione a sostanze contaminanti, grazie all’analisi delle quantità accumulate nei tessuti animali e allo studio delle dinamiche di eliminazione dall’organismo come, per esempio, nel caso della loro secrezione con il latte. Con questo approccio è possibile ottenere informazioni in modo più efficiente, economico e meno invasivo del biomonitoraggio nella popolazione umana. Tale metodologia è già documentata nella letteratura scientifica da molti anni.
L’attenzione rivolta di recente verso il biomonitoraggio deriva anche dal nuovo ruolo della medicina veterinaria in sanità pubblica in quanto oltre al controllo della filiera alimentare, delle malattie infettive degli animali e delle zoonosi, essa rappresenta sempre più un ponte tra la medicina umana, la salute e il benessere degli animali e la qualità dell’ambiente in cui essi vivono.